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Articolo a cura della Dott.ssa Maddalena Palumbo
Negli ultimi decenni molti sono stati i cambiamenti a livello legislativo per quanto riguarda gli Psicologi; l’ultimo in ordine di tempo è stata l’accorpamento in una unica Facoltà di Medicina e Psicologia. Dovendo qui spiegare la differenza tra Psicologo dell’albo A e Psicologo dell’albo B, è necessario risalire al decreto del MURST (ministero dell’Università e della ricerca scientifica e tecnologica) del 3 novembre 1999 numero 509 con il quale vennero riformati i corsi di studi universitari, con l’introduzione del “sistema 3 + 2” ovvero della creazione della laurea triennale e della laurea specialistica. Per quanto riguarda gli iscritti alla facoltà di Psicologia, coloro che conseguivano la laurea triennale ottenevano il titolo accademico di “Dottore in Scienze e Tecniche psicologiche”, coloro che conseguivano la laurea specialistica, successivamente denominata magistrale, ottenevano il titolo accademico di “Laurea magistrale in Psicologia”. Entrambe le tipologie di laureati, quindi, ottenevano un titolo accademico non professionalizzante e, per esercitare le loro funzioni, dovevano iscriversi all’ albo degli Psicologi. Quanto su scritto è valido tutt’oggi e, per ottenere il diritto di iscrizione all’Ordine, previa richiesta, gli Psicologi dovranno prima svolgere un tirocinio e poi affrontare l’Esame di Stato. Il tirocinio è di 1000 ore per i laureati magistrali e di 600 ore per i laureati triennali. Per coloro che ne avessero necessità, è possibile fare il passaggio dall’iscrizione all’albo B all’iscrizione all’albo A, ovviamente dopo aver fatto tutto il percorso necessario e senza la convalida del tirocinio, ovvero al semestre già fatto; gli Psicologi interessati a tale passaggio dovranno aggiungere un altro anno di tirocinio e rifare l’Esame di Stato per abilitarsi alla sezione A. Dopo il superamento dell’Esame di Stato e, previa domanda d’iscrizione, il laureato magistrale in Psicologia prenderà il titolo professionalizzante di “Psicologo” mentre il laureato triennale trasformerà il suo titolo accademico di “Laureato in scienze e tecniche psicologiche per i servizi alla persona e alla comunità” oppure “Laureato in scienze e tecniche psicologiche in ambito del lavoro e organizzativo” nel titolo professionalizzante di “Dottore in Tecniche Psicologiche” (DTP) nell’ambito prescelto. Per quanto riguarda il codice Deontologico della categoria, esso è identico per gli Psicologi iscritti all’albo A e per gli Psicologi iscritti all’Albo B. Fin qui tutto il percorso professionalizzante. Per quanto riguarda l’attuazione della professione, esistono della differenze tra lo Psicologo dell’Albo A e lo Psicologo dell’Albo B. Lo Psicologo dell’Albo A può svolgere le seguenti attività:
Alcuni ambiti professionali ricoperti dello Psicologo sono noti a tutti, come per esempio l’area clinica (occuparsi del disagio mentale ed emotivo), ma altri sono meno conosciuti, quali ad esempio Psicologia di comunità, Psicologia dello sviluppo o evolutiva, Psicologia sperimentale, Psicologia forense, Psicologia della salute, Psicologia del lavoro e delle organizzazioni, Neuropsicologia, Psicometria, Psicologia scolastica, Psicologia sociale e Psicologia dello sport. Nulla di questo è di competenza dello Psicologo iscritto all’Albo B. Riguardo allo Psicologo iscritto all’Albo B, questi i passaggi legislativi che hanno portato alla sua definizione.: ANNO 2001 – Con il Decreto del Presidente della Repubblica DPR 328/2001, l’istituzione dello psicologo Junior rispecchia la volontà del legislatore di identificare una figura (tecnica) che operi in ambiti diversi rispetto allo Psicologo. ANNO 2003 – Legge 170/2003 – Con Questo passaggio successivo si riducono le competenze autonome dello Psicologo dell’Albo B (DTP o Psicologo Junior), il quale può lavorare in equipe multidisciplinari e soprattutto affiancando lo Psicologo dell’albo A. Questa legge stabilisce i doveri, le competenze e gli strumenti dello Psicologo dell’Albo B ( o Dottore in Tecniche Psicologiche o Psicologo Junior). I doveri:
Lo Psicologo dell’albo B, Dottore in tecniche psicologiche PER I CONTESTI SOCIALI, ORGANIZZATIVI E DEL LAVORO” PUÒ: 1. Realizzare progetti formativi diretti a promuovere lo sviluppo delle potenzialità di crescita individuale e di integrazione sociale, a facilitare i processi di comunicazione, a migliorare la gestione dello stress e la qualità della vita; 2. Applicare protocolli per l'orientamento professionale, per l'analisi dei bisogni formativi, per la selezione e la valorizzazione delle risorse umane; 3. Eseguire progetti di prevenzione e formazione sulle tematiche del rischio e della sicurezza; 4. Applicare conoscenze ergonomiche alla progettazione di tecnologie e al miglioramento dell'interazione fra individui e specifici contesti di attività. Lo Psicologo dell’albo B, Dottore in tecniche psicologiche PER I SERVIZI ALLE PERSONE E ALLA COMUNITÀ”, può: 1. attuare interventi per la riabilitazione, rieducazione funzionale e integrazione sociale di soggetti con disabilità pratiche, con deficit neuropsicologici, con disturbi psichiatrici o con dipendenza da sostanze; 2. Collaborare con lo psicologo nella realizzazione di interventi diretti a sostenere la relazione genitore-figlio, a ridurre il carico familiare, a sviluppare reti di sostegno e di aiuto nelle situazioni di disabilità; 3. Collaborare con lo psicologo negli interventi psico-educativi e nelle attività di promozione della salute, di modifica dei comportamenti a rischio, di inserimento e partecipazione sociale; 4. Partecipare all'Equipe multidisciplinare nella stesura del bilancio delle disabilità, delle risorse, dei bisogni e delle aspettative del soggetto, nonché delle richieste e delle risorse dell'ambiente. Nello specifico può: IN AUTONOMIA: 1. utilizzare i test e altri strumenti standardizzati per l'analisi del comportamento, dei processi cognitivi, delle opinioni e degli atteggiamenti, di bisogni e delle motivazioni, dell'interazione sociale, dell'idoneità psicologica a specifici compiti e condizioni 2. esercitare attività didattica nell'ambito delle specifiche competenze caratterizzanti il settore 3. attuare interventi per la riabilitazione, rieducazione funzionale e integrazione sociale di soggetti con disabilità pratiche, con deficit neuropsicologici, con disturbi psichiatrici o con dipendenza da sostanze IN COLLABORAZIONE CON LO PSICOLOGO: 1. Costruire, adattare e standardizzare gli strumenti di indagine psicologica; 2. elaborare i dati per la sintesi psicodiagnostica (prodotta dallo psicologo). 3. realizzare interventi diretti a sostenere la relazione genitore-figlio, a ridurre il carico familiare, a sviluppare reti di sostegno e di aiuto nelle situazioni di disabilità; 4. realizzare interventi psico-educativi nelle attività di promozione della salute, di modifica dei comportamenti a rischio, di inserimento e partecipazione sociale; 5.partecipare all'Equipe multidisciplinare nella stesura del bilancio delle disabilità, delle risorse, dei bisogni e delle aspettative del soggetto, nonché delle richieste e delle risorse dell'ambiente (= Referto/Relazione. Es. per un bambino con difficoltà di apprendimento, l’equipe può essere formata dall’insegnante, da uno psicologo, da un logopedista, da un neurologo infantile ecc …) Pertanto deve avere competenze, quali: L’elaborazione dei dati ( prodotti dallo psicologo dell’Albo A, per la sintesi psicodiagnostica).
Bibliografia Girotto, V., Zorzi, M., (2016). Manuale di psicologia generale. Il Mulino, Bologna. Anolli, L., Legrenzi, P., (2012). Psicologia generale. Il Mulino, Bologna.
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